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Occidente e Oriente a confronto

24.04.2014 18:55
Negli ultimi anni alcune parole provenienti da culture molto lontane dalla nostra sono entrate a far parte del linguaggio comune. Si pensi ad esempio a parole come sushi, wok, feng shui, chakra, yin & yang, tai chi, ginseng, shiatsu, ecc. e alcune di queste, se non la maggior parte, si riferiscono allo stare bene, alla salute, al mangiare ed al vivere in modo sano.
Ma che significa vivere in modo sano, essere sani?
Per noi occidentali significa principalmene combattere  e vincere le malattie quando queste si presentano
Per gli orientali significa mantenere uno stato di salute.
Sembra la stessa cosa ma, in realtà, si parte da due punti di vista differenti.
Essere sani per la medicina orientale significa essere in sincronia con se stessi e col mondo circostante perchè l'uomo è parte dell'ambiente. Infatti nell'antico oriente il medico era pagato fintanto il paziente era in salute e non percepiva più niente quando si ammalava perchè il suo compito era quello di mantenere in salute i suoi assistiti e la malattia decretava il suo fallimento.
Per la medicina occidentale l'uomo è immerso in un contesto ambientale dove vivono anche batteri, virus e microrganismi in grado di attaccarlo. I medici si preoccupano principalmente della cura dei sintomi che parte da una visione del corpo scientificamente fondata e privilegia la dimensione biologica.
La comparsa del movimento New Age alla fine del XX secolo ha dato vita a numerose correnti sociali, psicologiche e spirituali che hanno indirizzato l'attenzione di un' intera generazione verso l'oriente e verso una concezione olistica della persona. Parallelamente il progresso sempre più veloce della scienza e della tecnica in occidente ha, al contrario, posto l'accento sulle  competenza specifiche che tendono a coltivare principalmente la destrezza nell'impiego di strumenti e procedure.
Ma quali sono le conseguenze di questo progresso? L'avanzamento delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche hanno creato tra il medico e l'ammalato un solco sempre più profondo: per contenere l'alto costo del progresso tecnologico, si riduce il tempo dedicato all'ascolto del paziente ed al mantenimento del rapporto personale con il malato.
E' qui che sorge il disinteresse del malato verso la medicina moderna occidentale e l'interesse verso quella orientale sia essa cinese o indiana. Da queste differenti filosofie deriva la diversità delle tipologie di cura. In occidente ci affidiamo alla chimica e ci curiamo con prodotti creati in laboratorio sintetizzando il principio attivo delle piante. In oriente si attinge direttamente alla pianta per prenderne il principio attivo.
Ed è dall'oriente appunto che arriva il Ganoderma Lucidum: un fungo saprofita che contiene dei principi attivi eccezionali capaci, tra l'altro, di regolare il livello del colesterolo , della glicemia, dell'ipertensione oltre ad avere proprietà antiallergiche, analgesiche, antiossidanti, cardiotoniche, antidepressive, antibatteriche,ecc.
Non per niente era conosciuto in oriente come il fungo dell'immortalità.

 

 

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